Mulino di Servillo
Il Mulino era in funzione fino agli anni '80 circa e gli ultimi mugnai sono stati i fratelli Spinozzi Vittorio e Francesco, di Servillo. Prima di loro, dal 1955 fino al 1980, il gestore era il padre, Spinozzi Antonio, soprannominato "'Ndu 'ndu". Il mulino macinava principalmente per le comunità di Servillo e Pagliaroli. Ancora oggi è possibile vedere la macina del mulino, che è parzialmente coperta da detriti, e parti della "cassa di copertura" che la circondano. Nel vano sottostante i locali del mulino sono ancora presenti e visibili le parti che componevano il macchinario per la macinatura, ovvero il "ritrecine", la "banchina", il "punteruolo" e la "preteletta". La costruzione del mulino, che consisteva in un monolocale, ha il tetto crollato, ma le travi in legno di quercia sono ancora visibili. Le murature perimetrali sono in buono stato. Dietro il mulino, a monte, si trova un grande invaso per l’accumulo di acqua che era necessaria perché il "Fiumicello" aveva poca acqua d'estate. Lungo il fiume è ancora visibile un tratto di canale artificiale.