Mulino di Padula
Il Mulino ha funzionato fino al 1955, gestito dall'ultimo mugnaio che era De Fabiis Ulisse conosciuto come "Ju 'mbienar" o "lu mulenare". Questi gestì il mulino dal 1940 al 1955. Il mulino consisteva in un solo locale con una sola macina, che è ancora visibile sul posto. La volta del vano sottostante il locale del mulino ha subito un crollo parziale e sotto si può ancora vedere l'albero del "ritrecine"(elemento centrale del macchinario del mulino) senza più le pale ma con il perno in acciaio e il "dado di bronzo” (o preteletta che serviva per ancorare l’albero del ritrecine) appoggiati sulla “banchina” ovvero struttura che permetteva alla macina e all’albero del “ritrecine” di ruotare nel modo giusto.
La traccia del canale artificiale è ben visibile e si estende fino alla chiusa del fiume, scavata per la maggior parte sulla roccia. Inoltre, è visibile anche un piccolo invaso per l’accumulo di acqua con un'altezza della caduta dell'acqua di circa dieci metri.
La copertura dell'edificio è completamente crollata, ma alcune parti delle murature perimetrali sono ancora in piedi.