Abetina di Cortino
A Cortino, tra foreste di faggio, cerro e carpino nero o nelle fitte radure di cespugli di ginepro, sono ancora presenti alcuni gruppi di abete bianco, spesso in forme maestose e imponenti. L'Abete bianco, come testimoniato da documenti storici, una volta era ampiamente diffuso nella catena montuosa della Laga, ma oggi è presente solo in alcune zone d'Italia. Nel sud del nostro paese, l'Abete bianco era abbondante fino alla decadenza dell'Impero Romano, ma lo sfruttamento dei boschi ha distrutto le foreste originarie nell'Appennino.
L'ambiente favorevole dell'Abetina di Cortino (poco distante dai Monti della Laga) ha permesso la conservazione di questa importante foresta, che in alcuni tratti è costituita da un popolamento puro di abete. Una volta in questa zona si trovava anche un'altra rarità botanica appenninica, la betulla, che indica la traccia inconfondibile dei climi freddi nordici che una volta scendevano fino a questa latitudine durante l'invasione dei ghiacciai quaternari. Oggi, tuttavia, l'albero dalla candida scorza sembra scomparso, come spesso accade per i fragili relitti di altre epoche sopravvissuti per un miracolo della natura.
Nella zona di Pantanelle, durante il loro periodo di fioritura (aprile/maggio), è possibile vedere diverse specie protette di orchidee selvatiche, segno della purezza dell'aria in quest'area del Parco Nazionale. Vale la pena ricordare che la cosiddetta "Valle di Cortino" fa parte dei 18 siti di interesse naturalistico all'interno del Parco Gran Sasso-Laga, identificati nel 1995 e protetti dalla Direttiva Europea del 1992, che ha lo scopo di salvaguardare e tutelare in un unico sistema a livello europeo.
A partire da Cortino inizia un tratto del sentiero "Italia" che, fiancheggiando la recinzione dell'Area faunistica del cervo (che ha una superficie di circa sei ettari e ospita anche caprioli, camosci e daini), permette di attraversare e ammirare l'abetaia, fiore all’occhiello del territorio.